A soli otto mesi, ha già un posto in ufficio!

04 Luglio 2024

Maternità e lavoro non sempre vanno d'accordo. Mamma Nathalie, però, può portare il suo bimbo sul lavoro. E tutti si occupano di lui.

 

LUGANO - Maternità e lavoro non sempre vanno d'accordo. A Lugano, però, c'è un esempio davvero virtuoso. Riguarda Nathalie Ippolito, consulente della Scuola Svizzera di tedesco. «Mio figlio, a soli otto mesi, ha già un posto in ufficio», sottolinea. Letteralmente, perché la mamma, impiegata a tempo pieno, se lo porta con sé tutti i giorni al lavoro.

 

«Quando il bimbo chiama, lo allatto» – La singolare situazione viene raccontata in un video di tio.ch dalla diretta interessata e dai titolari dell'azienda. «Non ci sono baby sitter sul posto – spiega Nathalie – Praticamente hanno allestito una sala interamente dedicata al bimbo. Quando lui ha bisogno, io posso staccarmi dal lavoro e andare ad allattarlo. Dopo il congedo maternità sono rientrata al lavoro a tempo pieno. Senza fare mancare nulla a mio figlio e nemmeno all'azienda»

 

«Un sacco di zii» – Il piccolo è stato "adottato" un po' da tutto il personale. «Ha un sacco di zii», commenta la mamma. Non solo. Dagli uffici possono andare e venire parenti e amici di Nathalie che, a rotazione, si occupano del bimbo quando la madre è occupata nelle consulenze. 

 

«Struttura aperta» – Un aspetto tutt'altro che scontato nell'era della privacy. «La privacy la rispettiamo anche noi ovviamente – puntualizza Federica Guerra, co-titolare dell'azienda – Ma la nostra da sempre è una struttura molto aperta. Cosa accadrà se altre donne decidessero di fare figli? Ci attrezzeremo. Nathalie è stata la prima. Vogliamo fare stare bene chi lavora per noi»

 

«Gioia a tutto il team» – Anche Andrea Maurin, l'altro titolare, è entusiasta di quanto introdotto. «Secondo noi se una persona è serena sul posto di lavoro, è serena anche nel suo impegno e nella sua dedizione all'attività. Bisogna anche dire che il bambino porta molta gioia a tutto il team»

 

«Sono una privilegiata» – Nathalie, che abita a Pregassona, lo ammette: «Sono una privilegiata. Conosco altre neo mamme che non trovano alcun appoggio dal datore di lavoro. Alcune sono disperate. Altre sono costrette ad allattare di corsa e in fasce orarie in cui il bimbo non avrebbe nemmeno necessità. Io invece ho un sostegno totale. Mi hanno anche permesso di mettere un fasciatoio nel bagno e di dedicare un armadio ai vestiti e al materiale per mio figlio»

 

«Modello applicabile anche altrove» – Ma questo sarebbe un modello applicabile anche in altre aziende? «Dal mio punto di vista sì – sostiene la mamma – Chiaro che servono supporto e disponibilità da parte dei colleghi. Posso solo ringraziare chi mi ha dato questa opportunità».

 

Articolo apparso su www.ticinonline.ch in data 1° luglio 2024.